Intermezzo

E mentre fuori tutto sembra instabile, di colori incerti e variabili

Io mi ritrovo.

Tra arbusti che azzardano colori verdi nei primi di gennaio, foglie che sfoggiano sfacciatamente un rosa antico, pietre blu cobalto.

Non c’è logica tra il dentro e il fuori, il caos regna indisturbato e così mi aggrappo a quel groviglio che sa di trama intessuta.

Non scappare, dicono alla pietra, radici ancorate alla materia.

Così, mentre scatto per non dimenticare, la sensazione di fibra mi ricorda lane, grovigli, accostamenti. Equilibrio nell’intreccio. Un abbraccio radicato.

Mentre fuori tutto sembra instabile, mi godo la quiete intima, di nuda roccia sulla tela.

Quanto costa la felicità?

Fatica, molta fatica, ecco quanto costa la felicità.

Bada bene non parlo di quell’istante di pura emozione, del brivido dietro la schiena.

No, no, quello è per chi è giovane, per chi corre dietro alle libellule, per chi fa salti e capriole nei prati, per chi vuole fare ancora un giro di giostra.

Io parlo della felicità perenne, sì lo so , tu dirai che non esiste, ma io ci credo.

C’è chi crede alle fate, agli gnomi, alle streghe, beh ok, ci credo pure io a quelli, ma io credo anche alla Felicità, con la F maiuscola.

Come diceva Terzani, la felicità è la vita che ti rappresenta.

Eh, non è facile, l’ho detto fin da subito, nella prima riga, no, mio caro, non lo è, ma si può provare no?

C’ho pensato parecchio, ho rovistato nei cassetti dei ricordi, dei miei desideri, nelle sfumature dei cieli, dei ghiacci, in tutto quello in cui credo e posso affermare che è dura caro mio.

Sai perchè è difficile e costa cara? perchè per ottenerla, dico, la vita che ti rappresenta, devi rinunciare a cose altrettanto care, che fai fatica a lasciare andare, bagagli che ti sei portato dietro per così tanto tempo che anche se pesanti, ormai ti ci sei abituato. Troppo a lungo hai pensato che senza certi attrezzi, non saresti arrivato da nessuna parte, che senza alcune certezze ti saresti sentito solo, abbandonato e incapace.

Ma come mi hanno suggerito, certe streghe pochi giorni fa, la fiducia in sè stessi la si conquista con il coraggio di fare il primo passo.

Un passo alla volta, poche cose sulla schiena, petto in fuori, viso in alto, si possono raggiungere cime insperate.

La vera felicità ha bisogno di lumi accesi quando la strada è buia, il faro del coraggio e quello della pazienza, perchè non si posso costruire cose durature se non si ha allo stesso tempo la capacità di tentare e di attendere che facciano il loro corso.

Sei disposto ad iniziare questo cammino? Lasciare le zavorre e partire leggero?

Ti aspetto laggiu’, lo vedi?

Al benzinaio dei sogni senza prezzi.

Un nuovo anno o un nuovo giorno?

Questa idea che alla mezzanotte del trentun dicembre si debba festeggiare e pensare di cancellare ciò che è avvenuto nei 364 giorni precedenti non la capirò mai.

Credo che la vita sia un susseguirsi di avvenimenti, di incontri, di scelte, un continuum che ci deve vedere protagonisti, eroi della nostra storia personale.

Annullare ciò che è stato, decidere di resettare la nostra vita, ci darebbe solo grandi alibi per pensare che in fondo se le cose sono andate male e’ solo perché sono avvenute nell’anno sbagliato.

Pensiamo invece a noi come dei pesci che nuotano continuamente in un torrente. A volte troveranno acque amiche, leggere, che li faranno sentire a loro agio , altre volte saranno catapultati in una cascata e rischieranno di sbattere contro la roccia. Ma continuano il loro corso, in attesa di raggiungere il mare .

Se si riesce a vedere la propria vita come un filo di lana che ad ogni passo esce dalla nostra tasca, allora potremmo ogni tanto con la mente tornare indietro seguendo la scia e piano piano ricomporre il gomitolo della nostra esistenza.

Immaginare il primo gennaio come un semplice nuovo giorno da vivere appieno potrebbe darci la possibilità di sentirci sempre in prima linea, combattivi, presenti a noi stessi, responsabili di ciò che scegliamo o non scegliamo.

Impariamo a non rimandare ciò che possiamo fare oggi, a non aspettare che sia l’altro a contattarci, a fare quella telefonata che abbiamo in sospeso da tanto tempo.

Mandiamo quel progetto che sta ammuffendo nel cassetto, impariamo la canzone che volevamosuonare da mesi.

La parola Dopo dovrebbe essere bandita, il concetto di Domani cancellato nelle nostre coscienze.

Che il nuovo anno diventi semplicemente un nuovo giorno, la nuova alba, la luce in noi pronta ad illuminarci ancora e ancora.