Quanto costa la felicità?

Fatica, molta fatica, ecco quanto costa la felicità.

Bada bene non parlo di quell’istante di pura emozione, del brivido dietro la schiena.

No, no, quello è per chi è giovane, per chi corre dietro alle libellule, per chi fa salti e capriole nei prati, per chi vuole fare ancora un giro di giostra.

Io parlo della felicità perenne, sì lo so , tu dirai che non esiste, ma io ci credo.

C’è chi crede alle fate, agli gnomi, alle streghe, beh ok, ci credo pure io a quelli, ma io credo anche alla Felicità, con la F maiuscola.

Come diceva Terzani, la felicità è la vita che ti rappresenta.

Eh, non è facile, l’ho detto fin da subito, nella prima riga, no, mio caro, non lo è, ma si può provare no?

C’ho pensato parecchio, ho rovistato nei cassetti dei ricordi, dei miei desideri, nelle sfumature dei cieli, dei ghiacci, in tutto quello in cui credo e posso affermare che è dura caro mio.

Sai perchè è difficile e costa cara? perchè per ottenerla, dico, la vita che ti rappresenta, devi rinunciare a cose altrettanto care, che fai fatica a lasciare andare, bagagli che ti sei portato dietro per così tanto tempo che anche se pesanti, ormai ti ci sei abituato. Troppo a lungo hai pensato che senza certi attrezzi, non saresti arrivato da nessuna parte, che senza alcune certezze ti saresti sentito solo, abbandonato e incapace.

Ma come mi hanno suggerito, certe streghe pochi giorni fa, la fiducia in sè stessi la si conquista con il coraggio di fare il primo passo.

Un passo alla volta, poche cose sulla schiena, petto in fuori, viso in alto, si possono raggiungere cime insperate.

La vera felicità ha bisogno di lumi accesi quando la strada è buia, il faro del coraggio e quello della pazienza, perchè non si posso costruire cose durature se non si ha allo stesso tempo la capacità di tentare e di attendere che facciano il loro corso.

Sei disposto ad iniziare questo cammino? Lasciare le zavorre e partire leggero?

Ti aspetto laggiu’, lo vedi?

Al benzinaio dei sogni senza prezzi.

Cuori Coraggiosi

Credo che la maggior parte di voi conosca la storia de ” Il meraviglioso mago di Oz”, almeno nella versione cinematografica del 1939.

Tralasciando le stupende scarpette rosse di Dorothy che desideravo da piccola ed il sentiero di mattoni gialli che avrei tanto voluto incontrare nelle mie camminate domenicali, due personaggi che mi hanno sempre affascinato sono il leone codardo e l’uomo di latta. Il leone con la sua codardia era condannato ad una vita solitaria, spaventato com’era all’idea di intraprendere qualsiasi avventura o di avvicinarsi agli altri per paura delle loro reazioni fuori controllo; l’uomo di latta purtroppo senza cuore a causa di un incantesimo, cercava perdutamente di tornare umano e di risentire battere quell’organo a lui negato.

Perchè vi parlo di loro? Credo fermamente che questi due protagonisti nel racconto incarnino la ricerca, che ognuno di noi intraprende nella propria vita, di due elementi essenziali: il cuore e il coraggio.

Mentre siamo alla estenuante esplorazione di noi, delle parti più profonde, il linguaggio comune riflette stereotipi, modi di pensare e di classificare chi siamo e spesso nella nostra quotidianità sentiamo dire frasi come: dai, fai il coraggioso, mica vorrai fare il sentimentalista, devi essere uomo, piangi?, cosa stai guardando, un film per femminucce?

A mio parere queste modalità di comunicazione creano danni profondi sul ricevente che sente di non potersi esprimere in modo autentico, ma con vere e proprie forzature ahimè deve negarsi la propria personalità, le proprie spinte in avanti.

Il cuore e il coraggio nella comunicazione visiva, nei mass media vengono tendenzialmente associati a generi e colori differenti: il cuore tipicamente assegnato alle donne, quindi rosa, il coraggio associato agli eroi, maschi, che difendono a spada tratta il mondo attorno a loro, tinto di blu.

Questo modo di pensare dicotomico non porta ad un’idea di essere umano (perchè questo siamo, esseri umani prima di tutto) che possa contenere all’interno di sè parti sensibili, volti all’accoglienza, alla protezione, all’empatia, alla vicinanza verso il prossimo e parti spinte all’ ideazione, alla ricerca di sè, alla realizzazione dei propri progetti personali.

Auspico in un futuro prossimo di incontrare lungo la mia strada sempre più cuori coraggiosi, con ali per spingersi oltre la paura, che intraprendano azioni ascoltando la propria emotività, ed esseri umani più capaci di amarsi nella loro interezza ed unicità e non osservando l’etichetta di genere che gli è stata attribuita alla nascita.