Un nuovo anno o un nuovo giorno?

Questa idea che alla mezzanotte del trentun dicembre si debba festeggiare e pensare di cancellare ciò che è avvenuto nei 364 giorni precedenti non la capirò mai.

Credo che la vita sia un susseguirsi di avvenimenti, di incontri, di scelte, un continuum che ci deve vedere protagonisti, eroi della nostra storia personale.

Annullare ciò che è stato, decidere di resettare la nostra vita, ci darebbe solo grandi alibi per pensare che in fondo se le cose sono andate male e’ solo perché sono avvenute nell’anno sbagliato.

Pensiamo invece a noi come dei pesci che nuotano continuamente in un torrente. A volte troveranno acque amiche, leggere, che li faranno sentire a loro agio , altre volte saranno catapultati in una cascata e rischieranno di sbattere contro la roccia. Ma continuano il loro corso, in attesa di raggiungere il mare .

Se si riesce a vedere la propria vita come un filo di lana che ad ogni passo esce dalla nostra tasca, allora potremmo ogni tanto con la mente tornare indietro seguendo la scia e piano piano ricomporre il gomitolo della nostra esistenza.

Immaginare il primo gennaio come un semplice nuovo giorno da vivere appieno potrebbe darci la possibilità di sentirci sempre in prima linea, combattivi, presenti a noi stessi, responsabili di ciò che scegliamo o non scegliamo.

Impariamo a non rimandare ciò che possiamo fare oggi, a non aspettare che sia l’altro a contattarci, a fare quella telefonata che abbiamo in sospeso da tanto tempo.

Mandiamo quel progetto che sta ammuffendo nel cassetto, impariamo la canzone che volevamosuonare da mesi.

La parola Dopo dovrebbe essere bandita, il concetto di Domani cancellato nelle nostre coscienze.

Che il nuovo anno diventi semplicemente un nuovo giorno, la nuova alba, la luce in noi pronta ad illuminarci ancora e ancora.